Lo “sbarco” di Mario Cipriano a Firenze è stato indubbiamente ben accolto: successo fin dai primi giorni di apertura, da parte di un pubblico quanto mai eterogeneo.  In una via da sempre trafficata e nella quale la sezione ristorativa si è sempre espressa in maniera non esaltante, ecco che lui raccoglie una sfida non da poco: rivitalizzare un luogo che stava perdendo appeal, ovvero lo spazio definito de “Le Nove Botteghe”, posto quasi all’inizio della strada, in un interno che aveva visto lo spopolamento graduale dei negozi esistenti.  Resisteva solo “Il Vecchio e il Mare”, onesto ristorante di pesce, frequentato soprattutto a pranzo, che aveva però bisogno di una botta di vita. Unendo le forze i risultati sono arrivati, tant’è che il piccolo “borgo” cittadino sta di nuovo attirando altri commercianti. L’esperienza di Mario a Palazzo Pretorio era stata importante per più motivi: conservare il successo raggiunto da Giovanni Santarpia non era certo facile,  oltre a quello consolidare la propria esperienza e riuscire a esprimere una personalità indipendente. Obiettivi raggiunti che gli hanno permesso di fare il salto a Firenze. Dopo due mesi la macchina ovvero la pizzeria si sta sempre più affermando, quello che ha convinto fin dall’inizio gli avventori è stato l’impasto, calibrato al punto giusto, lievitazione accurata, mancanza di gommosità, capacità della pizza di rimanere asciutta nel piatto, senza per questo perdere di fragranza. Carta delle pizze non eccessiva in lunghezza, nessuna deriva gourmet o di abbinamenti strani:  per gli amanti delle pizze più “tradizionali”, il posto adatto. Carta delle birre incoraggiante, quella dei vini migliorabile  Da prenotare la sera soprattutto nel fine settimana.

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