Il Congresso finisce oggi ma una giornata trascorsa all’interno di FieraMilano City lascia indubbiamente il segno: una sorta di orgia di profumi, sapori, parole, in ordine sparso ma non per questo inconcludente. Prima cosa osservata è la trasformazione: sempre più fiera, con tanti banchi dove anche si cucina e si degusta, anche se il programma congressuale non è diminuito, anzi, si affrontano sempre tematiche nuove, legate all’attualità, tipo l’importanza della qualità dei  prodotti di partenza. Altro aspetto che ho notato è che i cuochi non possono essere creativi in maniera perenne, si può saltare la presentazione un anno oppure salire sul palco per fare una sorta di biografia della propria vita: quella di Massimo Bottura è stata proprio questa esperienza, con la ciliegina finale del racconto del progetto di una scuola agraria che si deve collegare ad una scuola alberghiera, un’idea che lancia al futuro partendo dal passato, davvero dirompente. I video: qualcuno li osteggiava ma, a ben vedere, per alcuni cuochi sarebbe importante farli, mancando loro la capacità di parlare di fronte ad una platea immensa. Poi gli sponsor…due cuochi che, mentre parlano,devono stare attenti a non pronunciare la parola Parmigiano perché uno dei main sponsor e Grana Padano fa riflettere. Sì, c’è da capire cosa realmente usano nelle loro cucine, cosa ritengono veramente più adatto alle loro creazioni, se cambiano le ricette del loro menu del ristorante per un accordo commerciale o per vera convinzione sulla qualità..Sarebbe un argomento interessante da sviscerare. In mezzo , poi, c’è il tempo di una presentazione del libro di Moreno Cedroni scritto per Giunti Editore, il primo anno del Milano Food&Wine Festival che, ammetto, non ho avuto tempo di frequentare, le polemiche legate a chi ha copiato meglio da chi e quelle di chi non ci va per scelta..certo che se ne esce molto carichi di idee e per me questo vuol dire già raggiungere lo scopo!

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