Non sono più di moda, è vero, ma nei cinema di provincia si trovano ancora, i semi di zucca. Classico intermezzo di scene che potrebbero essere lacrimevoli, erotiche, comiche, entusiasmanti, ma che passano in sottordine quando l’impresa principale è quella di sbucciare i semi al buio, evitando accuratamente che la buccia rimanga invischiata tra i denti, non buttandola per terra.
Vista la fatica effettuata per il consumo verrebbe da rispolverare il vecchio detto “E’ più il patire che il godere” ma forse è da capire meglio dove sta il potere da sirene ammaliatrici dei frutti secchi salati. I semi di zucca rappresentano la punta dell’iceberg, quelli a cui si ricorre quando si vuole cercare di salvare le apparenze, sapendo che il consumo è giocoforza limitato: che dire però dei pistacchi salati? Quelli sono un pericolo serio, il pacchetto termina appena aperto, ed allo stesso livello si possono porre le mandorle e le arachidi salate. Una giusta via di mezzo potrebbero essere le nocciole, ma se poi si impiegano quelle ricoperte da caramello salato, siamo punto e a capo. Non esiste soluzione al problema, solo riservare tempo e modalità precise relative all’abbuffata: e il cinema non è il luogo adatto!
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