Qualche anno fa, su una rivista gastronomica, ci fu un editoriale di un giornalista che propugnava la creazione di alcune ricette standard della cucina italiana, da poter replicare e riproporre esattamente uguali in ogni parte del mondo. Faceva l’esempio dei cocktails, che possono essere bevuti esattamente uguali a New York come a Roma o Londra. In realtà, la proposta è fallita miseramente, a causa dell’estrema versatilità degli ingredienti reperibili sul mercato, che rendono totalmente impossibile ottenere lo stesso gusto ad una pietanza. Volendo fare un esempio, cosa trovare di più semplice di un piatto di spaghetti al pomodoro? Eppure, io vi fornisco la mia ricetta e voi ditemi come la cambiate: aglio schiacciato fatto rosolare nell’olio extravergine di oliva, poi tolto, aggiunta del pomodoro pelato, privato dei semi, con parte della sua acqua, sale fino, cottura per dieci minuti con aggiunta sul finale del basilico, che poi aggiungo anche a crudo. Gli spaghetti: preferisco il numero 3, più sottili. Detto questo, già mi immagino i miiardi di variabili con una sola richiesta: atteniamoci agli spaghetti al pomodoro, e quindi sono escluse le varie carrettiera, arrabbiata e salse simili. Gradite invece le eventuali aggiunte ed integrazioni di erbe aromatiche, se usate il parmigiano in fondo, se il pomodoro deve essere fresco o meno…proponete, suvvia. e poi facciamo il libro sui 100 modi di fare gli spaghetti al pomodoro!!
I commenti sono chiusi