La notizia è qui, scarna ed essenziale nella prima parte, venata di affetto nella seconda: è morto Giulio Gambelli, non un enologo ma un “assaggiatore” di vini. Personaggio atipico del settore, gli ha reso merito Carlo Macchi quando, in un articolo pubblicato di recente da Winesurf, faceva ordine su quanti sfruttassero il suo nome o su quanti, invece, lo avevano avuto, da sempre, come consulente. Martino Manetti, incontrato di recente prima delle festività natalizie, raccontava di quanto quest’uomo era riuscito a dare, a lui e alla sua azienda. Leggete bene il necrologio: Carlo non era solo un giornalista, era un vero amico, colui che gli è stato vicino anche dopo la morte della moglie di Giulio, abitando entrambi in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini come Poggibonsi. Lui è riuscito a raccontare il vero Giulio, grazie anche al libro che gli ha dedicato: io mi ricordo solo di pochi incontri con Gambelli, ma densi di poesia e di ammirazione. E’ giusto che lo ricordi chi gli è stato vicino da sempre: da parte mia, un grande rispetto per l’uomo.
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