Un’artista con opere dove il cibo diventa protagonista., Ce lo racconta con il suo solito garbo

ELISA MARTELLI

Giovanna Garzoni (1600-1670) nasce in ambiente artistico ad Ascoli Piceno, dove studia musica e calligrafia. Appena ventenne si sposa col pittore veneziano Tiberio Tinelli, matrimonio destinato a finire dopo solo un paio d’anni, probabilmente a causa del voto di castità di lei, alla quale era stata predetta morte per parto; l’unione fra i due si conclude con una pericolosa accusa di stregoneria nei confronti del marito.

Lavorerà a Napoli, Roma, a Torino per il duca di Savoia, giungerà alla corte di Carlo I d’Inghilterra con Artemisia Gentileschi ed a Parigi nell’entourage del cardinale Richelieu. Sarà a Firenze dagli anni ’40 del Seicento e vi resterà per 10 anni, affascinata dalle collezioni medicee e dalle raffigurazioni scientifiche di specie animali e vegetali dipinte da Jacopo Ligozzi. Le pitture in miniatura della Garzoni, con acquerello, guazzo e tempera su pergamena, rendono le sue nature morte accattivanti e vibranti di vita. Quando si trasferirà a Roma sarà già un’artista di successo ed entrerà a far parte dell’Accademia artistica di S. Luca.

Il Vecchio di Artimino

Fiori, falene, formiche, topolini, conchiglie californiane si combinano a ciliegie e prodotti locali. Nella tempera su pergamena con Il vecchio di Artimino (1648) la Garzoni dipinge salumi, formaggio, frutti e selvaggina della villa medicea granducale. Nella composizione, oltre ad un vecchio con le galline ed un cane, appaiono un’oca morta, un fiasco di vino e i limoni, agrumi coltivati nei giardini della villa assieme alla citrus medica.

Vado di fioriLe sue opere riflettono però anche le interconnessioni fra Europa, Cina, America ed altri continenti lontani, grazie alle rotte del commercio e ai missionari europei che riportavano spezie, merci e prodotti esotici che confluivano nelle collezioni medicee e in quelle di altre importanti corti. Il Vaso di porcellana con tulipani e pera (1648-53) mostra i tulipani, scoperti da poco dall’Olanda – quelli rossi e bianchi, i semper augustes, erano i più costosi – ed un gelsomino arabo, i fiori sono contenuti in un vaso a forma di pera -ed ecco che accanto, sulla sinistra, appare una pera resa con un’attenzione lenticolare; le decorazioni blu su fondo bianco sono ispirate alle porcellane Ming collezionate dalla granduchessa Vittoria della Rovere. Proprio sul vaso scorgiamo il riflesso di una finestra che ci proietta verso un altrove: la vastità del mondo ci viene restituita con una raffinata tecnica miniatoria.

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