Ci sono dei locali che esistono da cinquant’anni, che sono frequentati giornalmente da una clientela affezionata e variegata, che cambia a seconda dell’orario della giornata: la pizzeria I Briganti appartiene a questo genere di ristoranti, rimanendo aperta fino a tarda notte, ma servendo a pranzo un folto numero di pensionati ed abitanti del quartiere. Insomma, è un locale dove si è accolti con il sorriso sulle labbra e la giovialità classica di chi lavora con impegno e passione. Ecco che in questo caso diventa difficile il lavoro del critico se mangia i piatti esulandosi dal contesto nel quale si opera. Il menu potrebbe essere ripreso da una trattoria degli anni Sessanta, con alcuni piatti in carta che sanno tanto di nostalgia ed è per questo che mi sono sentito obbligato a prenderli. Il “consommé” è in realtà un brodo, non sgrassato, con quelle che i nonni chiamavano le “stelline” ovvero tutto il grasso che affiora in superficie, la mozzarella in carrozza è priva della saporita acciuga e l’olio nella quale è fritta ha visto tempi migliori. Prova ne sia che i carciofi e le patate fritte di contorno appaiono scuri e mosci: accompagnano delle piccatine al limone consolatorie. Ma il fenomeno sono gli spaghettini: in pieno autunno, ma saranno presenti anche in inverno, fuori stagione insomma, prevedono pomodoro fresco, parmigiano, olio, qualche erba aromatica, peperoncino. Si possono mangiare in casa, da qualunque altra parte, ma non avranno mai quel gusto…insomma, la visita è altamente consigliabile ai giovani che vogliono capire cosa era una trattoria del passato, con i camerieri che fumano durante il servizio, con i vestiti che, una volta usciti, testimoniano il menu del giorno:-))25 euro per tre portate escluso vini
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