Nel blog di Franco Ziliani, si è aperta una discussione piuttosto corposa sul ruolo dell’Enoteca Italiana nel mondo del vino italiano. Il tono dei commenti, fatto salvo alcune eccezioni, si è mantenuto in ambito di sostanziale correttezza. Faccio parte del Consiglio di Amministrazione da più di un anno, segnalato da Susanna Cenni, parlamentare ma soprattutto ex assessore dell’agricoltura in Toscana, una presenza della quale, in regione, sentiamo la mancanza. Toglierei al dibattito in corso ogni aspetto partitico, e preferisco affrontare l’argomento nel mio blog per raccontare brevemente la mia esperienza da consigliere: ci sono entrato con molto entusiasmo ma, da neofita, ho dovuto capire i meccanismi di funzionamento che sono, come è facile immaginare, molto complessi e burocratizzati. Già da subito, ho proposto un’iniziativa che ha accommunato l’Ente Vini con il Maggio Musicale Fiorentino, che ha ottenuto un buon successo, ma quello che vorrei far capire fondamentalmente è che l’Enoteca ha un problema fondamentale, quello della mancanza di risorse per poter ben operare. Sulle gestioni passate ho poco da dire, in quella attuale noto con piacere che siamo tutti impegnati nel cercare di posizionare in maniera più consona l’Enoteca Italiana nel panorama vinicolo italiano. Non è semplice, le critiche sono sempre bene accette, ma non sono d’accordo nel dover criticare a priori un articolo scritto da un giornalista di WIne Spectator: che si possa migliorare non c’è dubbio, e credo che il pungolo di Franco sia dovuto proprio a questo!
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