Fra due settimane esatte a Villa Olmi l’evento che celebra il principe dei vitigni in Toscana
Pare che il sangiovese si chiami così perché un monaco cappuccino del convento di Sant’Arcangelo di Romagna, nei pressi del monte Giove, al papa Leone XII, che chiese come si chiamasse il vino che i monaci avevano servito durante il banchetto in suo onore, rispose Sanguis Jovis, sangue di Giove. Una bella storia per un vitigno che ha fatto la storia del vino. Oggi è forse più corretto parlare non di Sangiovese, ma piuttosto di Sangiovesi, cioè di un gran numero di varietà (o cloni) nelle quali si è differenziato nel corso dei secoli e nei diversi territori. Quindi se il vitigno originario può essere lo stesso e sempre di sangiovese si tratta, è però il terroir a fare il vino, quella combinazione cioè di territorio, esposizione, clima e di tanti altri fattori che fanno sì che un clone nel giro di pochi anni si adatti al terreno e sviluppi caratteristiche uniche e irripetibili.
Una famiglia di varietà molto vicine tra di loro, quindi, che sono state e sono utilizzate a volte in combinazioni che potremmo definire storiche (se pensiamo ad esempio al Cilegiolo e al Canaiolo presenti nei disciplinari del Chianti e del Chianti Classico; o al Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon per il Carmignano); a volte in mix nuovi e apparentemente irriverenti; altre volte infine in perfetta solitudine, nel caso cioè del sangiovese in purezza. Scopriremo tutto nel corso della degustazione guidata e negli assaggi del 15 marzo. Appuntamento dalle 19.20 a Villa Olmi Resort, via degli Olmi 4/6, Firenze. La degustazione di 9 vini, guidata da Leonardo Romanelli, avrà inizio alle 19.45. Un’ora dopo cena Gran Buffet e degustazione degli altri vini presentati dai produttori. Il costo è di 30 euro a persona per la degustazione guidata, la cena e gli assaggi dei vini; o di 25 euro per la cena e gli assaggi dei vini.
Info e prenotazioni Villa Olmi Resort, tel. 055 637710; frontdesk.villaolmi@toflorence.it
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