Premessa per i non addetti ai lavori: se non amate le polemiche per pochi intimi, quelle che nascono solo fra quelli che svolgono lo stesso lavoro, saltate allegramente queste righe. Per gli altri, un riassunto di quello che è successo ieri, costringendovi a cliccare a destra e sinistra ma tanto per capire come, a volte, il mondo del vino parli a se stesso non riesca a capire come nel mondo esista una pluralità di opinioni. Andando per sommi capi
1) Mi chiedono un giudizio su un vino degustato ieri alla Stazione Leopolda, Dopo averlo assaggiato insieme ad altri colleghi, il Nero riprende un video che pubblica su Intravino
2) Arrabbiatura galattica di Fabio Rizzari che mi risponde indignato e al quale replico. N.B. Con Fabio ci conosciamo da anni, è tanto che ci vediamo, non aveva mai dato in escandescenze così tanto e francamente non capisco. La polemica va avanti
3) Un commentatore si indigna e, come se fossimo a scuola, va a dire a Franco Ziliani che commenti il mio comportamento negativo. N.B. Con Franco non c’è stato niente da recriminare negli ultimi mesi, non capisco perché debba essere preso e costretto a commentare una cosa che non lo riguarda. Con la grazia che lo contraddistingue però. ZIliani chiosa in questo modo alla richiesta: “di quello che fa quel signore e dei suoi amichetti fiorentini che gli tengono bordone non me ne può fregare di meno”. Della serie, a comportarsi in maniera gentile ci si guadagna sempre!
4) Un lettore si indigna perchè ho parlato di “gusto dei degustatori del Gambero Rosso” come se avessi bestemmiato. Un giorno mi spiegherà perchè
5) Tutto il mondo degli assaggiatori può massacrare il lavoro che facciamo nella guida del Gambero Rosso, se uno prova ad esprimere la propria opinione scatena un putiferio: divertente!
Finale: Fabio Rizzari è così arrabbiato che ha tolto il link del mio blog dal suo ! Ma dai!
Io la vedo così: la libertà di stampa significa esprimere la propria opinione mettendoci la faccia, cosa che faccio regolarmente, accettando le critiche. Per qualcuno invece significa libertà di infamia, cosa che non accetto proprio, soprattutto se la critica non viene mossa direttamente e ci si nasconde dietro uno schermo.
Mi viene il sospetto che l’ironia toscana non venga compresa da tutti, ma riuscirò a farmene una ragione. Come diceva Rossela O’Hara “Domani è un altro giorno!”
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