Più ci pensava e più si rendeva conto che il problema era principalmente uno: come affrontarlo. Oramai lo aveva conosciuto benissimo, sapeva tutto di lui. Nell’ordine, la prima a descriverlo era stata sua madre e la cosa l’aveva incuriosita e sorpresa, poi c’era stata sua sorella e anche lì lo stupore era stato alto. Ci si era messo suo fratello a tesserne le lodi e questo lo riteneva quasi normale ma quando la sua migliore amica la fermò una sera, mentre tornava a casa, per tesserne gli elogi capì che era giunto il momento di provare. Fu Giusy, l’amica del cuore, quella con la quale condivideva segreti e passioni che le aveva messo il tarlo nella testa. se lo aveva fatto lei, perchè non lasciarsi sedurre? Giusy le raccontava di quando lo aveva visto e cosa le era saltato in mente: una sorta di corto circuito mentale, l’annullamento della ragione e il lasciarsi andare, senz riflettere al dopo. Lei l’ascoltava e il pensiero di quello che le poteva succedere una volta al suo cospetto, la eccitava particolarmente. Giusy si prodigò nella descrizione, di come si era appartata con lui, affinchè nessuna lo vedesse e di come aveva cercato di rapportarsi. Lei gli chiese se non fosse rimasta impressionata delle dimensioni e, in effetti, anche Giusy concordò che quello era forse la parte più imbarazzante ma, essendo da sola, senza che nessuno la potesse osservare, riuscì a liberarsi di ogni tabù. E le disse di come le piaceva prenderlo tra le mani, di come avvertisse il suo calore, fino a quando decise risolutamente di metterlo in bocca: una sensazione unica, un crescendo di emozioni, una scena che lei si immaginasse non poteva certo ripetere in pubblico davanti a tutti, non era possibile per una signorina dabbene, ma certo il godimento che lu le procurava era veramente imperdibile..quindi si decise e a provarlo, andò decisa al luogo dove lui si trovava e sembrava proprio che l’aspettasse: entrò decisa e esclamò a voce alta: “Lo voglio…quell’arancino di riso deve essere mio!” Credits dilei.it

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