C’era chi lo considerava il Michael Jackson della cucina, il creativo per eccellenza, colui che si era fatto da se, riuscendo a salire i gradini della celebrità culinaria senza aver mai frequentato una scuola di cucina. Charlie Trotter , 54 anni, è morto, trovato privo di sensi nella sua casa, con una corsa all’ospedale rivelatasi poi inutile. Inizia la carriera tardi, a 23 anni, dopo un diploma in scienze politiche: la sua fama si deve al ristorante che aprì nel 1987 a Chicago, il “Charlie Trotter”, che raggiunse la valutazione di 2 stelle Michelin e che decise di chiudere già alla fine del 2011, preannunciando il ritiro dalle scene nell’agosto 2012. Motivo? Dedicarsi ai viaggi e riprendere gli studi, questa volta in filosofia. Personaggio difficilmente classificabile, rispetto alla media: comparso in televisione, ma senza la voglia di fare la star, sensibile agli aspetti umanitari, ma senza farne sfoggio eccessivo, attento anche agli aspetti morali della professione, senza esserne fanatico. Famosa la sua “cacciata” dal menu del foie gras, nel 2002, ma anche il suo commento negativo rispetto agli animalisti più convinti. Personaggi così rimangono unici: la voglia di essere curioso gli era rimasta fino alla fine, chiudere un locale di successo a 50 anni difficilmente riuscirebbe ad uno chef italiano. Lui aveva scelto di dedicarsi del tempo, purtroppo non ha potutto goderselo. Che la terra gli sia lieve Credits charlietrotter.com

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