L’esperienza di ieri è stata molto bella, per vari motivi: prima cosa il lavoro nel carcere. Stare a contatto con i detenuti per una giornata intera aiuta a capire meglio una realtà che sempre sfuggiamo, un mondo a parte che risulta un’entità misteriosa. Non sono certo una persona che dimentica i veri sofferenti, cioè chi ha subito il reato, ma un percorso come quello ideato nel carcere di Volterra riesce a dare una speranza vera nel futuro di molte persone. Seconda cosa,il lavoro pratico: sono il primo a dire che per fare il critico non c’è bisogno di saper cucinare, ma certo aiuta capire molte cose che passano in testa ai cuochi: 150 coperti sono un bel numero, così come stare in piedi tutto il giorno è una bella fatica. Sedermi a tavola, nei prossimi giorni, sarà un’esperienza ancora più gratificante. Infine, il giudizio: per fare i giudici è bene, ogni tanto, essere giudicati: rende molto più obiettivi!
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