In tazza grande! Ristretto! Lungo! Corto! Macchiato! Lungo con acqua a parte! Americano! Doppio! Doppio con latte! In vetro! Con la schiuma ma senza latte! Corretto! Corretto ma la correzione a parte! Ristretto!!Freddo! Espresso con un bicchiere di vetro con ghiaccio! Tiepido! Bollente! Decaffeinato!Con cacao! Shakerato!
Già il fatto di dover sopportare ogni mattina una serie di ordini di questo tipo, fa capire il livello di stress al quale è sottoposto un barista. E perché non si comincia a disquisire di ginseng, orzo e affini, con annessi cappuccini e latte di tipo vegetale. In effetti sarebbero da studiare le reazioni mentali legate ai solleciti di clienti impazienti e incapaci di capire i problemi che possono affliggere chi si trova di fronte una torma di persone rumorosa. Ma non è questo il problema: la domanda che viene da porsi è come mai il caffè ha così tante versioni.E perché c’è chi si ostina a berlo pur dicendo espressamente che non gli piace e nascondendo il sapore con latte, panna e zucchero. E quindi, perché ostinarsì a consumarlo? SI dice sia per la caffeina ma ciò non regge per chi lo beve decaffeinato.
Probabilmente andrebbe rivista l’educazione al consumo, ma quasi impossibile lo si riesca a fare in Italia. I paesi “vergini” sono i più recettivi e non a caso nel Nord Europa si beve un ottimo caffè , spesso consumato senza zucchero. Come dovrebbe sempre essere d’altronde…
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