Riporto l’articolo che ho scritto oggi per l’edizione toscana dell’Unità:

Do you remember Brunello di Montalcino? La Guardia di Finanza ha presentato i risultati dell’inchiesta fatta sul territorio ilcinese relativa al reato di frode in commercio per le annate di vio prodotte dal 2003 al 2007: tra i dati più salienti da registrare, il declassamento di 1.300.000 hl di Brunello di Montalcino a IGT Rosso Toscano e una ventina di persone denunciate, parte delle quali hanno patteggiato ed altre che dovranno essere invece essere sottoposte a giudizio. La vicenda fa riflettere. Innanzitutto perchè il vino viene considerato un prodotto importante da parte dell’autorità giudiziaria, che per l’inchiesta ha messo in gioco metodi investigativi raffinati, comprese le intercettazioni telefoniche. Poi  viene da chiedersi   perché un territorio, che fa dell’uva sangiovese il suo cavallo di battaglia, debba avere produttori, che aderiscono volontariamente ad un Consorzio di produzione, è bene ricordarlo, che vogliano aggirare la regola piantando ed utilizzando altri tipi di uva. Le voci che si rincorrono sui colli di Montalcino narrano di leggende di vario tipo, come il produttore che rade al suolo ettari di vigneto la notte per non farli trovare all’autorità di controllo, o quello che ha progettato le sue vigne in maniera di circondarle di uve sangiovese ma piantando all’interno solo uva merlot. A parte questi aspetti folcloristici, è una vicenda che fa riflettere sul malcostume italiano dell’indifferenza alle leggi. Se voglio fare un vino con certe caratteristiche,che piacciono magari agli americani, me ne frego delle regole, anche se poi sfrutto il nome che si è conquistato sul mercato per poter vendere le bottiglie a prezzi altamente remunerativi.  Se poi ci sono già 8 persone che hanno patteggiato la pena, è un segnale evidente di come non fossero tutte fantasie quelle relative alla produzione, come ci si affrettava a proclamare a caldo, nei momenti salienti dell’inchiesta. Da questa storia il Brunello non potrà che diventare più forte sul mercato,  se si avrà il coraggio di eliminare le mele marce e ripartire dal sangiovese in purezza.

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