C’ è un misto di sadismo e affetto nella scodella di brodo bollente che la mamma o la nonna mettevano a tavola di fronte al bambino in piena estate, dicendo di sorbirlo tutto perché “fa bene”. Ed il bambino, educato e responsabile, acconsentiva al piccolo martirio, imprecando dentro di se’ , sudando come un ossesso ma trovando incredibilmente aspetti positivi nel consumo di un alimento che inizialmente odiava. Un vero cavallo di battaglia, il brodo in estate, una sorta di prodotto curativo, da saggezza popolare, utilizzato per reintegrare il fisco spossato dal sudore, di sali minerali e liquidi, impedendo l’abuso di bevande gasate o, ancora peggio alcoliche. Sarebbe interessante, oggi, servirlo a metà pomeriggio, dentro una teiera di porcellana, con le tazze abbinate, per vedere di nascosto l’effetto che fa. Dopo un iniziale sbigottimento, il brodo ben fatto regala sensazioni inusitate: deve essere saporito ma non salato, profumato, terso  e magari brillante nella sua limpidezza. Niente ad offuscare la vista, niente da masticare, potrebbe essere declinato anche, a seconda del momento e del gusto, nelle sue innumerevoli variazioni in brodo di pesce, di verdure, di selvaggina. Difficile immaginarlo come prodotto pop, da gustare utilizzando gli stessi contenitori di bibite o caffè americano: meglio rimanga un prodotto gastrosnob, ha bisogno di tempo e riflessione per essere apprezzato!

Credits piccolericette.net

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