Quando ancora non mi occupavo di gastronomia a tempo pieno, quindi giovane studente se pur di scuola alberghiera, percorrendo in motorino le strade della città mi ricordo che un locale di Firenze si faceva pubblicità con la scritta, sui cartelloni: “Da noi si serve la birra verde e la pizza dolce!”. E questo doveva servire ad attirare clienti, sia ben chiaro!
Nel primo caso si trattava di aggiungere dello sciroppo di menta o blue curaçao alla normale birra mentre nel secondo, la pasta per pizza veniva spalmata con Nutella (questo succede ancora oggi, con aggiunta di mascarpone ad onore del vero), oppure con crema ed altri prodotti dolciari. La cosa incredibile è che c’erano persone che ci andavano apposta! Sempre in quegli anni, mi ricordo di una dimenticabile pizza ananas e gorgonzola, nata dalla pizza hawaiana di tradizione americana, ma ancora più immangiabile ma potremmo continuare a lungo..Ci sono i periodi e le mode e viene da chiedersi da cosa nascano e come facciano a durare: degli stessi anni è la rucola e ancora oggi esiste, quindi a volte mi chiedo cosa faccia scomparire taluni ingredienti e preparazioni e cosa invece li faccia durare a lungo. Sempre in quegli anni il cioccolato facevo capolino nella pasta, sotto forma di cacao unito alla farina per fare le tagliatelle, ma non ha attecchito più di tanto.
Di quegli anni mi ricordo anche la fondue bourguignonne, non perché fosse cattiva, solo faceva innervosire gli affamati, per il tempo necessario alla cottura. E poi, l’utilizzo di salse industriali dove tuffare i pezzetti di ciccia rosolati. Una tristezza assoluta insomma.
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