A leggere l’intervista di Patrizia D’Addario ieri su Repubblica cadono le braccia al critico gastronomico. Uno si immagina che nel palazzo presidenziale si banchetti modello i tempi di Re Sole, tanto sfarzo agli occhi dovrebbe portare poi alla scelta di servire a tavola piatti barocchi, lussuosi, magari anche demodé, tipo aragosta in bellavista, caviale nel ghiaccio, paté di foie gras, accompagnati da champagne a fiumi. Ora, quest’ultimo c’era, anche se la marca non è mai stata specificata, ma accompagnava piatti tipo bresaola con sottaceti(sic!), tagliatelle con i funghi( non si sa se con o senza panna), cotolette con patate…finale con torta di yogurt. Ma dove sono finiti i pranzi di una volta?

Categories:

I commenti sono chiusi