“Accidenti quanta gente in fila per una gelateria!”, il commento di passanti che alzano lo sguardo sull’insegna, che poi oggi contraddistingue il bar. In effetti, prima di mezzogiorno, a due passi da piazza Santa Maria Novella, una piccola folla si accalca in via de’Banchi: le scritte in giapponese sul vetro fanno capire che si serve qualcosa di orientale, poi guardando meglio, il menu in italiano, si chiarisce meglio il tutto, ovvero che si serve ramen la sera e il sabato a pranzo. Il primo turno entra alle 1230, dopo bisogna solo sperare, perché una volta terminate le porzioni, non si va avanti, e ci saranno giornate nelle quali il servizio in un’ora termina, ed altre che possono risultare più fortunate. basterà lasciare il nome ed aspettare di essere chiamati. Nell’attesa al freddo, meglio scaldarsi dal vinaio di fronte con un bicchiere di vino affatto banale.Qui il ramen viene fatto da veri cuochi giapponesi, grazie alll’idea che è venuta al titolare nei tempi della crisi , dopo il 2000: come rendere più operativo un bar che già lavorava bene, ma che aveva bisogno di una marcia in più? Facendo ristorazione ma quella del pranzo la si può ancora apprestare, le persone sono di fretta, mangiano un piatto veloce anche in piedi ma la sera diventava complesso. Ecco allora che il riparatore di macchine da scrivere smette l’attività(esistevano ancora all’epoca, un fondo accanto si libera per ospitare più tavoli e come pietanza ecco venire in soccorso un piatto unico, il brodo protagonista con la carne, le verdure, le tagliatelle, l’uovo, più o meno piccante, a quale però aggiunge anche delle verdure saltate, oppure la carne da sola o i deliziosi raviolini piastrati. Da bere , ovviamente birra giapponese. Prendendo il menu composto si spende poco più di 10 euro, con le bevande si arriva a 15-16, ma è un’esperienza anche straniante, fuori dagli schemi, mangiare su tavolini del bar rotondi
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