“Fresche l’ova”, verrebbe da dire, in fiorentino: Repubblica di oggi presenta un articolo sulla crisi della baguette, anche se il lancio dell’ANSA risale a più di un mese fa: misteri del cartaceo ma tant’è, alle migliaia di persone in procinto di partire per le vacanze in Francia, la notizia può destare curiosità. La baguette è il simbolo del pane francese, un elemento che manca a noi italiani, avendo un pane diverso per ogni regione, il che rende il nostro Paese davvero inimitabile. Il grido di allarme lanciato dai panettieri francese è che le persone mangiano meno pane, sia perchè preferiscono altri tipi di farinacei, dalla pasta al cous cous, sia perchè si stufano della fila che devono fare ogni mattina prima di acquistarla(sic! Niente fila siamo francesi!). In realtà, negli anni c’è stato un progressivo allontanamento da questo prodotto, che aveva assunto connotazioni tipicamente industriali con utilizzo di lievito chimico, additivi di vario genere, vita poco duratura, risultando immangiabile già la sera stessa dell’acquisto. Il governo francese corse ai ripari(sì, il governo, cosa che in Italia non accadrà mai nella salvaguardia dei prodotti tipici),dettando le nuove norme per il confezionamento della stessa, tornando ad ingredienti naturali, ma il cambiamento delle abitudini alimentari era già iniziato e quindi..oggi viene da chiedersi se l’immagine del pedone con la baguette sotto il braccio o infilata nella borsa senza tanto riguardo, se non nel portapacchi della bicicletta, sarà ancora una foto “tipica” da scattare in Francia. Eh sì, immagini che fanno pensare un italiano medio che è abituato a ben altra sacralità nell’acquisto del pane, sempre ben protetto e avvolto dal sacchetto di carta. Una soluzione potrebbe essere quella di imparare a riciclare la baguette come noi facciamo riuscendo poi a proporre piatti invitanti come pappa al pomodoro, ribollita, canederli…l’impresa, a ben vedere, appare assolutamente ardua!!
Credits boulangerielebon.fr
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