Lo scoprii quasi per caso, nel passare nella via degli antiquari fiorentini, di fronte ad un luogo piacevole da vedere, con oggetti di design ed abiti interessanti da indossare: questo l’atelier di via Maggio. Poi l’interesse per l’enogastronomia da parte dei titolari , e l’idea di fare delle serate “fuori orario” quindi, con lo chef e in sala un sommelier capace come Alessio Brachi ma non ingessato, estroso e curioso, che riescono a creare così una dimensione di “non luogo” per assaggiare piatti e vini inseriti in un contesto diverso. E’ interessante questo modo di contaminare i generi, poco fiorentino, molto parigino, due ore trascorse fuori dagli schemi abituali. La serata d’apertura è stata con Alberto Sparacino, fresco stellato di San Gimignano al ristorante Cum Quibus, giovane emergente e non banale. Questo il menu proposto:
MEZZOVO; FEGATINI DI POLLO, SABLE’ BRETONE, PINZIMONIO, ACETO DI JEREZ; TORTELLI DI GUACAMOLE E RIBOLLITA; RISOTTO NDUJA, RAFANO, TROTA; VITELLO SALSA TARE, OSTRICA
CIPOLLOTTO, MERINGATA. Mentre i vini proposti erano : CHAMPAGNE MATIEU PRINCET “Brut Nature”, MARKO FON MALVASIA 2016, JAN LOUSI TRIBOLULEY “GG” 2015, MOSCATO D’ASTI ADRIANO, MARCO e VITTORIO 2016. Senza cucina ma con sapienza, i piatti decisamente unici e non replicabili ovunque, confluivano su tavoli sparsi e disordinati, dove i bicchieri venivano riempiti a comando dovuto, mai sazi di essere riempiti, soddisfatti di tale obbligo. con forse una sola mancanza : la colonna sonora che sarebbe stata importante ideale, giocando su temi classici ma non ovvi, oppure percorrendo il mondo del rock “indie”. Tra cronaca e storia, una serata da ricordare
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