Per chi viene da fuori, i Navigli fanno sempre una bella impressione, magari al milanese cominciano a stufare ma al turista non dispiacciono affatto. Vecchia osteria negli arredi, ma cucina altamente creativa , affidata a Matias Perdomo, chef di origine sudamericana, sguardo da bel tenebroso, già applaudito sul palco di Identità Golose. i piatti sono ben definiti, magari talvolta non azzeccati, però dimostrano personalità: Matias mi ricorda un giovane pittore, in cerca di una strada da seguire ma ricco di talento,che può sorprendere in positivo, con una cucina bruta che tocca la gola, o anche lasciare deluso, con abbinamenti non azzeccati. L’appetizer prevede bon bon al campari e praline di castagne dimenticabili, ottimo il sandwich di fegato. In partenza, una cipolla ripiena di formaggio di capra con pane al sesamo: è deliziosa, bella da vedersi, calibrata nel gusto. Deludenti i tortellini ripieni di brasato con brodo al tonno: metallici, scomposti, due sapori dove l’acidità non combaciava, una sorta di esercizio di stile non riuscito. Da far saltare l’impianto salivare la pluma di maiale iberico servita al sangue su crema di burrata e ricci di mare: indimenticabile. Per i golosi delle frattaglie, da non perdere i rognoncini di coniglio con spuma di mela verde, lumachine di mare e puntarelle, interessanti anche per la consistenza diversa degli ingredienti. Finale affidato al sigaro di cioccolato con mousse al tabacco e gelato al rhum: buono ma lo si sceglie soprattutto per la parte coreografica. Carta dei vini non immensa ma completa, anche tanti biodinamici( e qui scriverò un post a parte sui prezzi di tali prodotti),servizio rilassato e gentile. Menu degustazione a 50 e 70 euro, alla carta, tre portate escluso vini 55 euro
I commenti sono chiusi