Visto l’innalzarsi della polemica tra cuochi, o per meglio dire, tra ristoratori, viene da chiedersi cosa ci stanno a fare le associazioni tra ristoratori. E’ vero che la “querelle” si è spostata oggi tra giudici e giudicati, ma in tutto questo rombo di tuono si sono distinte per il loro assordante silenzio, quelle associazioni che radunano, per i motivi più svariati, ristoranti di ogni parte d’Italia. Prendiamo Le Soste, un associazione che ha superato i 25 anni di vita: a parte l’inadeguatezza di un sito che riporta ancora una rassegna stampa del 2004 e gli associati del 2007, hanno mica mandato un comunicato di solidarietà a Massimo Bottura per gli attacchi di “Striscia la Notizia”? Niente di tutto questo, e magari c’è chi, all’interno, non se ne è dispiaciuto. Quelli che si riuniscono nell’associazione dei piatti del “Buon Ricordo” sembra abbiano il solo scopo di vendere i piatti ai clienti , ma non si hanno notizie che riguardano loro prese di posizione su temi d’attualità. L’ORPI pubblica una guida, ha il suo presidente che siede in una commissione ministeriale ma poi? Gli JRE si sono presentati al congresso Europeo, svoltosi a Firenze lo scorso marzo, privi di una bella fetta di ristoratori francesi, la patria dove è nata l’associazione: meno male che gli italiani si dimostrano vitali e si danno da fare in varie manifestazioni. La domanda, insomma, sorge spontanea: ci deve stare un ristoratore in un’associazione? E perchè?
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