Ora che diventa il periodo di pranzi da comunione, matrimoni, secondi matrimoni, divorzi, e quant’altro offre il mercato del settore ristorativo, vi capiterà senz’altro di incappare anche a voi, durante un festoso banchetto, nel famigerato sorbetto al limone di metà pranzo. Rappresenta uno degli incubi maggiori di chi non sopporta i lunghi pasti seduti: spera di essere arrivato al dolce e invece..zac! quasi all’improvviso si vede piazzare davanti una fettona di carne e contorno abbinato e facendo buon viso a cattiva sorte, deve continuare il fiero pasto Se già la mente è obnubilata da un eccesso di pietanze, che hanno fatto bella mostra di sè dapprima sul tavolo da buffet, poi attraverso carrellate di primi piatti fumanti, una volta arrivati al cosiddetto “sorbetto” si rischia di raggiungere il punto di non ritorno dell’orrore culinario; chiaro che l’origine del servizio è di quelle nobili: in partenza si proponeva per togliere il gusto del pesce dal palato, prima di servire la carne. Considerando che la durata di un pasto in epoca rinascimentale era molto lunga, si poteva considerare un gradevole intermezzo per spezzare il pomeriggio. Ma almeno quello che veniva servito era un vero sorbetto. Di sapore acido, granuloso al tatto e poco dolce, a metà strada dunque tra la granita e il ghiacciolo. La base di partenza, infatti, è formata da acqua, zucchero ed albume di uovo, alla quale si aggiunge il frutto di un agrume oppure la polpa; vanno bene anche quelli profumati agli oli essenziali, come quello di bergamotto, oppure con un superalcolico: gettonatissimo il calvados, il distillato ottenuto dal sidro. Oggi quello che viene proposto a metà pasto è un gelato al limone, molto dolce e cremoso, dove la base viene formata da latte, panna e zucchero, con l’aggiunta della sola scorza dell’agrume. Facile immaginare che più che un piacere rinfrescante, la sua assunzione crei un certo senso di disgusto. Se poi capita che venga servito all’inverso dell’ordine prestabilito e cioè, mettendo la carne prima del pesce(capita anche questo purtroppo!), la mancata digestione è praticamente assicurata. In Veneto questo spezza desinare viene chiamato “Sgroppino”, dove non non manca, secondo un’abitudine invalsa nella zona, l’aggiunta di un superalcolico o di prosecco, mettendo così a repentaglio ogni possibilità di passare un pomeriggio decente. A meno che non decidiate di fare un lungo sonno con incubi abbinati..Sorbetto..Credits dolci.it

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