Da Firenze l’albergo dista quindici minuti in auto e, nella bella stagione, è piacevole arrivare non troppo tardi, per godersi il tramonto lungo la strada. La struttura è moderna, solo recentemente la proprietà ha deciso di valorizzare la parte ristorativa affidando la cucina a Riccardo Serni, giovane chef con esperienze a La Pineta di Marina di Bibbona e al Doretto di Cecina. All’ingresso, personale gentile e cortese accompagna alla sala, molto ampia,un po’fredda, adatta soprattutto ad una ristorazione rivolta a gruppi più che a clientela individuale. Il nome del locale deriva dal civico della struttura, senza notazioni storiche, in questo caso :-). La proposta si articola su un menu ristretto, di 4 pietanze per portata e un menu degustazione a 55 euro. Piccolo appetizer di benvenuto, con salmone affumicato tritato racchiuso in una cialda croccante e poi l’attesa, un po’ lunga in verità. Solo dopo l’ordinazione, si scopre poi che i tortelli farciti di ceci e pane, con burro, acciughe e mostarda di cipolle sono esauriti: l’alternativa sono tortelli di patate con salsa di gamberi e curry, che risulteranno troppo sapidi e crudi ai lati. Per iniziare, l’antipasto composto di trippa alla fiorentina con riso integrale al salto e tartufo è gustoso, anche se l’insieme risulta un po’ slegato, con il riso che non ha molta attinenza con la trippa. Piuttosto coriaceo e asciutto l’astice alla plancia con carciofi crudi sott’olio, frutta secca e pere marinate allo zenzero, che risulta eccessivamente cotto. Come secondo, il petto di faraona farcito al taleggio, con puré di patate alla brace e porri stufati è avvolgente e intenso, molto potente nel sapore.Si termina con zuccotto alla fiorentina con verdure candite, poco bagnato, troppo freddo, con le verdure che appaiono più un esercizio di stile che essenziali per il confezionamento del dessert. Servizio gentile e attento, sorridente. Carta dei vini che comprende anche interessanti etichette di zona. 50 euro per tre portate escluso vini.
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